giovedì 1 marzo 2018

La riscoperta dei rinvenimenti a San Sperate nel 1975: cosa ne penso.


Innanzitutto faccio i miei complimenti ad Alberto Mossa (l'archeologo in questione) per aver riscoperto dei pezzi rinvenuti nel 1975 a San Sperate che sono simili a quelli rinvenuti nella necropoli di Monti Prama a Cabras e che rimanevano tutt'ora ignoti anche agli archeologi; la sua riscoperta ha aperto un nuovo quadro in merito non solo ai giganti di Monti Prama ma anche a tutta quanta la cultura nuragica (un pezzo simile, una testa, era già stato rinvenuto nel pozzo sacro di Banatou, in Narbolia). Quindi ancora tantissimi complimenti ed un grande in bocca al lupo ad Alberto Mossa!

Fatti i dovuti auguri e congratulazioni, la prima cosa che noto sulla pagina dell'Unione Sarda in questione è che A) l'attenzione viene concentrata unicamente sul corno di pietra ma non viene fatta la minima menzione sui due bellissimi modellini di nuraghe rinvenuti sempre a San Sperate; B) viene riportato che Alberto Mossa dica con CERTEZZA ASSOLUTA che si tratta di un gigante, quando nell'intervista vera e propria le sue testuali parole sono: 

"In archeologia è opportuno avere un atteggiamento di massima prudenza, ma certamente la scoperta di questi frammenti permette di affacciare L'IPOTESI che la statuaria di Monte Prama non sia un unicum" (fonte: https://sardegna.adessonews.eu/2018/03/01/straordinaria-scoperta-archeologica-una-statua-simile-ai-giganti-di-monte-prama-anche-a-san-sperate/).

Senz'altro meglio del completo silenzio ma si chiederebbe comunque la cortesia all'Unione di riportare le cose come stanno ed in tutta la loro completezza, non di farci una roba acchiappa-views per vendere articoli.

Un'altra cosa che mi chiedo è: ma quanti altri reperti esistono nei magazzini della soprintendenza? E quanti di questi rivestono un'importanza gigantesca come quella dei reperti di cui stiamo parlando? È il caso dunque di aspettarsi di trovare persino una testa umana identica a quelle dei giganti di Monti Prama?
Non voglio fare delle polemiche sterili che diano spazio a tanta bella gente che grida al gombloddoh(!!11!1!) delle malvagie soprintendenze ed università sarde che vogliono tenerci nascosta la grandezza degli shardana che conquistarono tutto il mondo, soprattutto dopo una (ri)scoperta di tale portata che non può che far piacere, ma va detto che NON È NORMALE CHE DEI REPERTI SIMILI SIANO RIMASTI AL CHIUSO IN UN MAGAZZINO PER BEN 43 ANNI DALLA LORO SCOPERTA. È quindi tutta colpa dei soprintendenti? No visto che non è assolutamente facile gestire un patrimonio archeologico così vasto come quello sardo; si potrebbe pure pensare di aprire nuovi musei, sarebbe una soluzione buona, il punto è che la burocrazia che ci ritroviamo rende le cose MOLTO complicate. Cosa fare dunque? 

Si potrebbero organizzare delle esposizioni temporanee dei reperti presenti nei magazzini che potrebbero essere dislocate in più comuni; oppure si potrebbe organizzare delle esposizioni a rotazione (un mese dei reperti e un altro dei altri reperti) all'interno dei musei per fare in modo da non avere sempre i magazzini ingolfati di reperti. Ma qui si parla di dinamiche, quelle museali, che io non conosco e pertanto non so quanto possano valere i miei consigli.

Parlando dell'articolo di Alberto Mossa, sono completamente d'accordo con quanto dice perché, se è vero che andrebbero trovate altre tracce per avere conferme schiaccianti sulla presenza dei giganti anche a San Sperate, è altrettanto vero che i rinvenimenti ci danno la possibile esistenza di una statuaria come quella di Monti Prama che va oltre la necropoli eponima.

Per chi volesse consultare l'articolo completo, eccovi il link: http://www.quaderniarcheocaor.beniculturali.it/index.php/quaderni/article/view/364/225

E voi cosa ne pensate?
Spero che l'articolo in questione, buttato quasi di getto sul momento, possa esservi piaciuto. Ci si sente ;)

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