martedì 30 ottobre 2018

Tana di Lu Mazzoni e Oridda. Tombe dei giganti a tutti gli effetti?

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Nel mentre che gestivo la mia pagina Instagram dedicata a questo blog (questo è il link, per chi fosse interessato) e postavo una foto di Tana de Lu Mazzoni, mi è balzato un quesito forse oggettivamente risibile ma che mi ha dato da pensare per un bel po' di giorni, tanto da avermi ispirato a scrivere l'articolo che sto scrivendo ora.
Ma prima di dirvi cosa mi frulla nella testa, una descrizione di Tana di Lu Mazzoni.

Situata nel comune di Stintino (SS), è una tipologia di tomba davvero particolare: nasce come una domus de janas ed è scavata in mezzo ad un bancone di roccia calcarea; è dotata di anticella, vestibolo e tre celle disposte a croce partendo da quest'ultimo; viene riadoperata in epoca nuragica ed è in quel periodo che vengono aggiunte la stele centinata, che potete osservare nella foto sopra e che in passato doveva poggiare su un tumulo di cui non rimane più traccia, alcune pietre sparse ed altre sagomate ed usate come pavimentazione, le quali dovevano essere collegate ad un'esedra che seguiva a sua volta un'incurvatura artificiale fatta apposta dalle popolazioni nuragiche che l'hanno modificata. La tomba verrà utilizzata persino in epoca romana, riutilizzo testimoniato proprio da ossa e corredi appartenenti a quel periodo.

Descrizione e pianta della tomba di Tana di Lu Mazzoni, tratta dall'opera "Domus Nuragiche" di Editta Castaldi.

Si tratta di un caso davvero interessante di riutilizzo di strutture preesistenti, che al tempo avevano già il loro migliaio d'anni di storia sul groppone; la cosa davvero interessante è non è l'unico caso di riutilizzo di domus de janas in epoca nuragica: vi sono infatti altre domus riutilizzate in epoca nuragica che vengono chiamate tombe a prospetto architettonico o domus a prospetto architettonico. Si tratta sempre di domus de janas modificate e riutilizzate in epoca nuragica; si trovano tutte nel nord Sardegna occidentale ed hanno le seguenti caratteristiche:
  1. Possono essere completamente scavate nella roccia e non avere elementi di costruzione oppure essere in parte scavate ed integrate da altri elementi esterni come la copertura (tomba VIII della necropoli di Su Figu ad Ittiri (SS)) o addirittura la stele centinata (come la nostra cara Tana di Lu Mazzoni).
  2. Presentano modifiche all'esterno, come la facciata a forma di stele centinata e l'incurvatura che simulava l'esedra (non sempre presente), e molto spesso anche all'interno, come la trasformazione della cella in corridoio tombale.
Esistono varie tipologie di tombe a prospetto, tutte con forme e caratteristiche differenti.


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Tomba a prospetto di Molafà, Sassari.

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Tomba a prospetto di Campu Lontanu, Florinas (SS).

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Tomba a prospetto VIII della necropoli di Sa Figu, Ittiri (SS).

Andando poi a documentarmi sulle tombe a prospetto, mi è saltata all'occhio una tomba altrettanto particolare che presenta un impianto interno fortemente modificato: pietre appoggiate alle pareti interne, come a formare una vera e propria muratura, esedra, tumulo e stele. La sepoltura in questione è la tomba a prospetto di Oridda, Sennori (SS). Quest'ultima potrebbe essere benissimo scambiata per una vera e propria tomba dei giganti.

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Tomba a prospetto di Oridda, Sennori (SS).

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Interno della Tomba a prospetto di Oridda.

Fatta questa introduzione e premettendo che in questo articolo non si intende contrastare o sminuire il lavoro da parte degli studiosi che hanno scavato e studiato le tombe in questione, vorrei esporre un interrogativo su Tana di Lu Mazzoni e Oridda. Partiamo con la prima: è possibile definirla una tomba dei giganti a tutti gli effetti? Vi sono infatti alcuni elementi tipici della sepoltura megalitica in questione: una vera e propria stele centinata, a differenza di quelle tante riprodotte a rilievo nelle pareti rocciose, la presenza in passato di un tumulo e di elementi che farebbero pensare ad un'esedra vera e propria oltre che all'incurvatura artificiale della roccia per simulare quest'ultima. Va però tenuto di un elemento fondamentale, che può risolvere facilmente la questione: la presenza dell'impianto a celle tipico da domus de janas, risalente dunque al prenuragico, che rimane sostanzialmente intatto e non modificato dalle popolazioni nuragiche che ne hanno usufruito; pertanto la si potrebbe tranquillamente chiudere li.
Ma la tomba di Oridda?
Quest'ultima presenta, come scritto prima, un aspetto talmente modificato da farla sembrare una tomba dei giganti a tutti gli effetti, soprattutto per quanto concerne la parte interna. È quindi possibile considerarla come una tomba dei giganti a tutti gli effetti, pur comunque tenendo conto del fatto che nasce come domus de janas?

Prima di concludere voglio chiarire che questo articolo non nasce come polemica nei confronti di una catalogazione fatta in base a determinati criteri da parte di persone che hanno speso tempo, fatica ed energie per studiare queste tombe così affascinanti ma come un interrogativo che io stesso mi pongo sulla reale possibilità di annoverare Tana di Lu Mazzoni e Oridda nelle tombe dei giganti; il sottoscritto, inoltre, non si pone alcun tipo di problema ad annoverarle tra la categoria delle tombe a prospetto.

Per chi fosse interessato all'argomento delle tombe a prospetto, linko quest'articolo molto più completo e dettagliato che non questo piccolo interrogativo che mi sono posto.

Spero che l'articolo vi sia piaciuto, se avete qualche perplessità o contrarietà, non fatevi problemi, commentate.
Ci si sente ;)

mercoledì 17 ottobre 2018

I nuraghi misti: un'ipotesi sulla loro creazione.

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E dopo tanto tempo (2 mesi), tante vicissitudini (grazie al team Google) che ho comunque deciso di lasciar perdere, momenti di smarrimento mentale, riflessioni, si ricomincia a parlare di archeologia vera e propria su questo blog.
E non si può che riiniziare da i nostri cari, vecchi nuraghi, in particolar modo dalla prima e dall' ultima tipologia: i protonuraghi, detti pure nuraghi a corridoio, ed i nuraghi complessi, detti anche polilobati.

Dal punto di vista estetico queste due tipologie di nuraghi non possono essere più diverse: la prima ha una muratura generalmente più rozza, senza una forma predefinita, meno imponente, poco slanciata e senza una disposizione standardizzata degli interni; la seconda è più complessa, imponente, generalmente dotata di una muratura più raffinata, più svettante, contraddistinta dalla presenza di varie torri con camere dotate di volta a tholos e da una disposizione più ordinata degli ambienti interni.

È fuor dubbio che chiunque (o quasi) troverebbe molto più bello, affascinante e suggestivo visitare nuraghi come Su Nuraxi di Barumini (Sud Sardegna), Santu Antine di Torralba (SS), Arrubbiu di Orroli (Sud Sardegna) o Losa di Abbasanta (OR) che non un Brunku Madugui di Gesturi (Sud Sardegna) o un Talei di Sorgono (NU).

Quello che però va ricordato è che i protonuraghi hanno assunto, per una manciata di secoli, quello stesso ruolo che avrebbero rivestito i nuraghi complessi: una struttura di rappresentanza dei gruppi di potere che abitavano gli insediamenti a cui era correlato il nuraghe stesso. In questo mio articolo avevo spiegato ed ipotizzato cosa portasse la costruzione dei nuraghi ed avevo ipotizzato delle funzioni molto simili tra i primi ed i secondi.

Quello che molti non sanno è che alcuni nuraghi a corridoio sono stati trasformati in nuraghi polilobati dai gruppi di potere che risiedevano al suo interno e dalla popolazione che abitava l'insediamento correlato; vi menziono due di queste strutture: Majori di Tempio Pausania (SS) e Su Mulinu di Villnovafranca (Sud Sardegna).
In questo articolo cercherò di ipotizzare l'evoluzione dei nuraghi a corridoio in nuraghi complessi ed ipotizzare il perché di questa evoluzione. Nel farlo citerò brevemente proprio quelli sopramenzionati essendo i più conosciuti e studiati (soprattutto Su Mulinu, dove ho pure scavato); tali strutture vengono chiamate nuraghi misti (definizione non mia ma coniata appositamente da Giovanni Ugas).

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Nuraghe Su Mulinu di Villnovafranca, il più famoso e conosciuto dei nuraghi misti.

Il nuraghe Su Mulinu presenta la costruzione protonuragica inglobata in un antemurale collegato a sua volta in un sistema di torri di più recente costruzione, delle quali la più alta ed imponente doveva svolgere verosimilmente la funzione di mastio (torre centrale); le ultime strutture importanti come la capanna con l'altarino al centro, appartenenti al Bronzo finale ed al Primo Ferro, vengono integrate nel resto degli elementi facenti parte del Bronzo medio e recente; il tutto viene costruito nel rispetto della struttura originaria a corridoio, in quanto non si presentano grossi stravolgimenti al suo interno.
Last but not least, all'interno dell'originaria struttura del Bronzo medio, più precisamente la camera ellitica, è stato rinvenuto il bellissimo altare che ricorda il nuraghe stesso nella sua forma.

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Altare nuragico all'interno della struttura originaria del protonuraghe di Villanovafranca.

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Nuraghe Majori di Tempio Pausania.

Il nuraghe Majori invece presenta l'assetto originario completamente rivoluzionato: pur mantenendo la pianta irregolare originaria ed un corridoio che lo taglia orizzontalmente, al suo interno è presente una camera con volta a tholos; ciò era probabilmente dovuto alla maggiore durezza della pietra usata per costruirlo, il granito, che non permetteva un espansione della struttura in tempi ragionevoli; a completare il quadro vi è la presenza di un cortile.


Fatte queste brevi descrizioni, ora ci si chiede: perché alcuni protonuraghi diventano nuraghi misti ed altri rimangono tali e quali?


Teniamo conto di questo fatto, dal Bronzo medio a quello recente passano circa 350-400 anni: in tale arco di tempo, dai primi e meno numerosi insediamenti nuragici, vi è stato un surplus di popolazione che ha portato la fondazione capillare di moltissimi abitati e nuraghi monotorri appartenenti a periodi successivi.; con la creazione di nuovi insediamenti si formano anche nuovi gruppi di potere che possono sviluppare un'influenza minore o maggiore rispetto a quelli vecchi, in quest'ultimo caso si ha l'edificazione dei nuraghi complessi.

Vi sono però i casi in cui in un protonuraghe persistono dei vecchi gruppi di potere che dispongono ancora di grande influenza nell'area circostante e per manifestarla al meglio che cosa si fa? Ci si "adegua" ai nuovi tempi: si espande il proprio nuraghe, gli si aggiungono nuovi elementi come torri, bastioni e cortili e/o ne si rivoluziona la struttura interna. Ed il nostro vecchio protonuraghe diventa un più moderno polilobato.

In sostanza, almeno secondo il mio parere, il motivo che ha portato la formazione dei nuraghi misti è la permanenza di gruppi di potere che hanno mantenuto la loro influenza all'interno di un antico insediamento nuragico del Bronzo medio e nel sistema di insediamenti nuragici e nuraghi presenti delle vicinanze di questo. Ma questa è solo un'ipotesi.


E voi cosa ne pensate? Se avete dei dubbi, non siete d'accordo o vorreste semplicemente approfondire la cosa, non fatevi problemi, commentate.

Al prossimo articolo ;)

martedì 2 ottobre 2018

Archeogaming: Total War Rome 2, le generalesse e chi si scopre difensore dell'accuratezza storica.



Come è stata questa estate signori e signore? La mia abbastanza piovosa, con alcuni impegni, alcune piccole soddisfazioni (che conto di trasportare in questo blog) e una marea di distrazioni (Diablo 2 per la precisione) ed imprevisti che mi hanno impedito di concentrarmi a dovere per questo blog (uno su tutti, AdSense che non parte e non partirà mai, e vabbè) pertanto questo piccolo blog ha avuto la sua vacanza, così come il cervello del suo creatore e scrittore.

Ed è pertanto che oggi si riprende con un argomento in cui l'archeologia e la veridicità storica non sono il soggetto ma bensì l'oggetto... di una crociata intrapresa da una sfilza di videogiocatori incazzati come cinghiali per una modifica fatta ad uno dei loro giochi preferiti, Total War: Rome 2, un videogioco strategico con gestione logistica e manageriale a turni e battaglie in tempo reale, seguito del primo, bellissimo, Rome Total War.
Cosa hanno fatto i creatori per farli imbestialire così tanto? Hanno messo strani bug e virus durante l'ultima versione del gioco? Hanno introdotto un sistema di loot che da un bonus a caso per le tue armate dietro pagamento in carta di credito? Hanno aumentato o diminuito il livello di difficoltà rendendo il tutto non più giocabile e divertente come un tempo? Nulla di tutto questo; e allora cosa hanno fatto? Semplice. Hanno introdotto le generalesse. Mi spiego meglio: hanno introdotto delle donne con funzioni di generali per le armate da comandare.

Per farvi capire la portata dell'arrabbiatura, le recensioni del gioco erano passate su varie piattaforme, Steam in primis, da 9/10 a 7/10. E quale stata l'argomentazione di questa reazione così veemente? Sacrificare l'autenticità storica a favore del politicamente corretto in modo da non essere tacciati di sessismo e maschilismo. In sostanza: la si sta buttando sulla politica. Meno male che noi italiani non siamo soli.
La reazione del team di sviluppo non si è fatta attendere ed hanno detto che Total War Rome 2 è storicamente autentico, non storicamente accurato; tradotto: è ambientato in un periodo storico dell'antichità ma non tutto quello che trovate è davvero esistito in tal periodo. Inutile dirlo, una spiegazione che non ha placato l'ira dei fan della serie e dei videogiocatori. Ma chi ha ragione?

Iniziamo con il fare una precisazione, tre tra le fazioni giocabili non avranno le generalesse: i romani, i greci ed i cartaginesi; il regno di Kush, a sud di quello d'Egitto, avrà il 50% di possibilità averle e tutte le altre fazioni il 10-15%.

Ciò detto, cosa pensare di questa polemica? Parlando come archeologo e come amante della veridicità storica non posso che essere perplesso da questa trovata anche se va detto che la storia antica comprende alcune regine che hanno governato regni e condotto eserciti in guerra: la regina d'Egitto Nefertiti viene raffigurata in un rilievo dove abbatte gli eserciti nemici; Boadicea, regina degli Iceni, popolazione di celti britannici, ha guidato una ribellione contro lo strapotere dell'Impero Romano nelle sue terre; Artemisia, moglie di un satrapo dell'Impero Persiano, prese parte alla battaglie navali di Salamina e Capo Artemisio contro i greci (con questi ultimi, in particolare gli ateniesi, che misero una taglia sulla sua testa dato che non sopportavano l'idea di una donna che muovesse guerra a loro); infine Zenobia, regina del Regno di Palmira, governò e rese le sue terre indipendenti dall'Impero Romano fino al giorno della sua sconfitta.

Rilievo in cui la regina Nefertiti sconfigge e spazza via i nemici, Museum of Fine Arts, Boston, USA.

Zenobia obversee.png
Moneta raffigurante la regina Zenobia del Regno di Palmira.

Eppure la percentuale è così irrisoria rispetto a tutti i regnanti e generali maschi che sarebbe giusto considerarle delle eccezioni che confermerebbero la regola. Per il regno di Kush, storicamente esistito, che nel gioco ha la più alta percentuale di generalesse, non posso parlare dato che sono troppo ignorante sulla sua storia per poter affermare quanto ho appena scritto. In linea generale sarei pertanto d'accordo con chi questa trovata non la digerisce. Sarei...ma non lo sono! Perché? Vi elenco i motivi:
  1. Il primo Rome Total War, per quanto bellissimo come gioco strategico, era una vera e propria porcheria dal punto di vista dell'autenticità storica: zeppo di unità anacronistiche (gli egizi in particolare non vanno visti) o puramente inventate, alcune di queste talmente assurde ed improponibili che sembrano uscite dal manga Berserk o da qualche puntata di Ken il Guerriero. Sono successe per caso delle rivolte su internet in nome della veridicità storica? No. Ok che si trattava di un periodo diverso in cui non esistevano i social network ma va da se che vi era comunque la possibilità di far circolare la propria voce su internet tramite appositi forum ed in questi ultimi non mi ricordo di aver sentito lamentele di questo genere, perlomeno di queste dimensioni.
  2. Total War: Rome 2, per quanto storicamente molto più accurato, presenta alcune incongruenze anacronistiche come la fanteria del regno d'Egitto che usa sia unità armate alla greca che unità abbigliate all'egiziana antica (come nel primo Rome Total War) oppure di falangi di tipo macedone presenti tra gli spartani, soprattutto gli spartiati(!) ed altre ancora, sbagli notevoli seppur lontane dalle trovate kitsch del primo capitolo della serie. Chi si è imbestialito in nome della veridicità storica? Nessuno.
Da qui è facile capire che la molla di questa rivolta non è un vero amore per il realismo storico ma una visione delle cose estremamente politicizzata (in particolar modo dall'estrema destra o da quella alternativa) che vede in tutto questo un tentativo di imporre il politicamente corretto in tanti ambiti dei media, compreso quello dei videogiochi.

Ciò detto, non nego che la scelta da parte del team di sviluppo del gioco possa (POSSA, non ne ho la certezza) essere stata dettata da scelte politiche sul taglio del "politically-correct", così come ci sia della gente che giudichi stucchevole la scelta delle generalesse in base a criteri di reale veridicità storica; tutto questo rimane comunque schiacciato da un unico grosso fatto: la matrice di questa protesta è puramente politica.

A tutte queste persone che si lamentano della scelta di piazzare donne come generali degli eserciti posso dire solo questo: è un gioco, giudicatelo per il divertimento che vi procura ed incazzatevi per altre cose come bug o glitch, non per queste bazzecole che lasciano il tempo che trovano.

Se siete d'accordo o meno con quanto scritto o se volete comunque dire la vostra, non fatevi problemi, commentate. E nel prossimo articolo si riparla di questioni archeologiche vere e proprie. Ci si sente ;)