venerdì 20 aprile 2018

Nuragica - La Mostra: cosa ne penso




Visti i cartelloni, vista la pubblicità presente su Facebook, visto anche il fatto che la mostra, stando a quanto detto dagli organizzatori, si è rivelata un successo tale da consentire persino una proroga al 29 Aprile (prima la si voleva terminare il 25 Febbraio), vista la mia formazione ed il mio percorso come protostorico e visto pure che mi trovavo a Sassari  per un'intervista ad un genetista di fama internazionale (che vedrete prossimamente su questo blog), sarebbe stato quantomeno moralmente criminale non poter partecipare alla mostra di cui tutti parlavano a Sassari in questo momento, NURAGICA - LA MOSTRA.

Stando ai cartelloni pubblicitari, la mostra si propone come una visita fuori dai canoni di una regolare visita al museo, tanto che vengono mostrati un ragazzo ed una ragazza con un VR; di conseguenza la prima cosa che mi viene in mente è che si tratti di una visita fatta esclusivamente in realtà virtuale. Sarà veramente così? Sarà quel viaggio meraviglioso che viene pubblicizzato a pompa magna? Oppure sarà una bidonata di proporzioni ciclopiche?
Prima di partire con la spiegazione, cominciamo subito a dire una cosa fondamentale: la realtà virtuale verrà usata solo alla fine del percorso guidato e, quest'ultima, durerà 7 minuti circa. Detto così potrebbe sembrare una cosa alquanto deludente, specie se vedi dei cartelli pubblicitari che insistono su questo aspetto, ma fidatevi che è molto meglio così, per ragioni che dirò subito nelle righe sottostanti.
Detto questo, cominciamo!

La mostra si articola in una visita guidata e inizia con un ripasso delle prime presenze umane in Sardegna e le varie culture prenuragiche presenti in sull'isola, quelle che costituiranno l'humus in cui crescerà la civiltà nuragica; poi si passa a narrare la civiltà nuragica in tutte le sue sfaccettature.
Si incomincia dalla spiegazione delle strutture più caratteristiche (nuraghi, tombe dei giganti, pozzi sacri etc..), degne di nota sono le ricostruzioni fedeli dell'entrata di un nuraghe, del suo cortile interno e della facciata della tomba dei giganti di Coddu Vecchiu, Arzachena (OT) in scala naturale, quest'ultima rende molto bene la magnificenza e l'imponenza di quella originale. La spiegazione in se non è a comparti stagni ma procede in senso diacronico (nel senso che, mentre passa da un secolo all'altro, spiega la nascita di queste strutture nei vari secoli) e per questo bisogna veramente fare complimenti alle guide turistiche che ci operano perché sanno fare davvero bene il loro lavoro di divulgatori.

Fatto questo, si sale di piano e si entra dentro la ricostruzione di una capanna circolare nuragica e si spiegano i tipi di abitazione dei sardi nuragici, di come queste erano fatte e dei materiali impiegati per costruire fondamenta e tetto; la capanna in se non è vuota ma contiene  riproduzioni delle  ceramiche ritrovate nei vari siti archeologici nuragici, queste ultime non sono presenti soltanto in bella mostra ma vengono spiegate punto per punto approfondendo la loro funzione e il loro utilizzo.

Interno della capanna e riproduzioni degli oggetti in ceramica al suo interno.

In seguito si passa alla manifattura in bronzo e va detto che li non ho resistito, ho messo in un angolo 25 dei miei 28 anni ed ho incominciato a toccare senza permesso, come un bambino monello, le varie ricostruzioni dei bronzetti e degli arnesi utilizzati dai nuragici; tutto questo mi ha fatto guadagnare un bel rimprovero  da parte della guida ed un sonoro ''cazziatone'' da parte della mia ragazza, posso tuttavia dire che ne è valsa la pena: le riproduzioni dei bronzetti e dei vari utensili in quello che era il loro colore originario sono davvero magnifiche (tranne lo specchio in bronzo che rimaneva opaco in ambedue i lati).

Tale sensazione si ripete quando vengono mostrate tutte le ricostruzioni delle armature in dotazione dei guerrieri e degli arcieri nuragici: protezioni, corazze, elmi, scudi ed armi basate su quelle riprodotte nei bronzetti e trasposte nei minimi dettagli a misura di uomo con materiali di prima qualità come cuoio, legno e bronzo, non della roba scadente presa in qualche negozio cinese per farci qualche costume da carnevale in cartone o in tovaglia da cucina; ognuno dei modelli con addosso armi ed armatura è veramente stupendo è rende davvero l'idea della bellezza e della potenza dell'armamento nuragico (anche se trovo piuttosto opinabile, in uno dei modelli, l'idea di mettere spade votive, piuttosto che pugnali, attaccate agli scudi); anche qui mi sono comportato come un pupetto di 3 anni, anche qui mi sono beccato l'avvertimento di non toccare senza permesso da parte della guida turistica, anche qui mi sono beccato un gran cazziatone da parte della mia ragazza, diventata babysitter al momento (per ovvi motivi).




Riproduzione dell armi e delle armature dei guerrieri nuragici, i miei più sinceri complimenti a chi le ha realizzate.

Le ultime due parti della visita guidata prima dell'immersione nel VR riguardano A) la diffusione dei reperti nuragici per tutto il Mediterraneo come testimonianza dei contatti commerciali che i nuragici ebbero con buona parte delle popolazioni mediterranee, dal sud della Penisola Iberica fino a Cipro ed al Vicino Oriente; B) le riproduzioni dei giganti di Monti Prama dove viene fatta una disamina delle varie teorie sulla presenza delle statue in questione, sulle funzioni ipotizzate, sui punti in cui dovevano essere posti e da dove venisse l'idea di fare delle statue simili.


 Riproduzione dei giganti di Monti Prama e del vestiario di due pugilatori.

Ricostruzione delle rotte degli antichi sardi e luoghi in cui sono stati ritrovati materiali nuragici.

E dopo un'ora di visita guidata si passa alla parte clou della visita: la realtà virtuale!
L'immersione in quest'ultima viene proposta come una sorta di "esperienza onirica", nulla di didattico quindi (del resto il tutto è stato spiegato già da prima); all'inizio ci si ritrova spaesati in quanto si assiste ad un viaggio nell'universo in cui si viene condotti da una donna nuragica (virtuale) fino a giungere al centro un luogo astratto, circondato dal vuoto dell'universo, in cui ci si ritrova parte di quello che sembrerebbe un rituale; una volta finito il tutto, si esce da un pozzo sacro e ci si ritrova in mezzo ad un villaggio nuragico: nonostante il tutto sia realizzato con una grafica che ricorda un gioco di ruolo per pc dei primi anni 2000, l'immersione è tutto sommato davvero piacevole e ci si ritrova in mezzo a quelle che dovevano essere la varie attività che si svolgevano nei vari villaggi del'età del Bronzo: guerrieri che si addestrano per il combattimento, soldati vestiti di tutto punto che pattugliano i villaggi, donne ed anziani che stanno dietro i forni a cucinare per le loro famiglie, personaggi che si adoperano a creare utensili di bronzo e di ceramica. Il tutto però dura molto poco e si conclude con la donna nuragica di prima che chiude l'immersione in un'ondata di luce seguita dai titoli di coda.

Se da un certo punto di vista suonerebbe come una cosa deludente, vi assicuro che quella di farla durare pochi minuti è in realtà la scelta più azzeccata in quanto serve tenere conto di due cose: A) il budget, come facilmente immaginabile, è piuttosto limitato e pertanto fare una cosa simile avrebbe verosimilmente comportato una gran spesa non solo di tempo ma anche di denaro; B) nelle mostre, soprattutto in quelle a carattere archeologico, va tenuto sempre conto dell'elemento tangibile e visibile nella realtà in cui viviamo, pertanto è necessario che la tecnologia non prenda mai il sopravvento su quest'ultimo.
Tuttavia, a mio personalissimo punto di vista, avrei impostato la visione nella realtà virtuale non come un viaggio onirico, in cui non sai che succede intorno a te per almeno 5 minuti, ma come un viaggio nelle varie strutture nuragiche: perché non iniziare il tutto all'interno di un nuraghe in modo tale da rendere l'idea di come funzionavano le cose all'interno di esso? Perché non rendere partecipe lo spettatore di un rituale che si svolge all'interno di un pozzo sacro o di un tempio a megaron? Perché non visitare le viscere di una tomba dei giganti mentre due "becchini" sistemano un defunto al suo interno? Avrei voluto vedere molto più volentieri scene simili piuttosto che un'esperienza di tipo "onirico".

Conclusione

In fin dei conti reputo la visita veramente buona e meritevole di essere vista in quanto è organizzata nei minimi dettagli e le guide turistiche sono davvero brave nel coinvolgerti e nello spiegare tutto quello che succede in epoca nuragica. Se capitate a Sassari vi consiglio di farci un salto!

Spero che questo articolo vi sia piaciuto, se avete già visitato la mostra volete condividere le vostre esperienze, non fatevi problemi, commentate.

Ci si sente ;)

6 commenti:

  1. Quello è davvero Sgarbi?

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    1. A onor del vero non lo so, ma come ho visto quella testa piena di capelli bianchi e lunghi ho subito pensato a lui e ci ho fatto l'immagine. Spero che il vero Sgarbi o chiunque sia raffigurato in quella foto non se la prendano troppo...

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  2. Ma il villaggio virtuale è un villaggio inventato o la ipotetica ricostruzione di uno vero tipo Santa Vittoria, Barumini o Sant'Imbenia? Perchè sinceramente se si voleva ricostruire un insediamento Nuragico io avrei scelto di ricostruirne uno vero e soprattutto uno dei quelli complessi "proto urbani" piuttosto che uno completamente inventato senza nessun tipo di pianificazione o infrastrutture.

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    1. Il villaggio sarebbe nei pressi di un pozzo nuragico dal quale esce lo spettatore per cui penso che si tratti del villaggio all'interno del santuario di Santa Cristina o di quello di Santa Vittoria di Serri.

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  3. Beh se fosse uno dei due, sarebbe riconoscibile immediatamente.

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  4. Certamente solo che ero più concentrato sui personaggi che non sulle strutture per cui potrei aver non notato certi dettagli che potrebbero identificarlo con l'uno o con l'altro.

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