mercoledì 13 giugno 2018

I giganti di Monte Prama: perché terranno in ombra tutti gli altri siti archeologici sardi per ancora molto tempo.



In questo fine settimana non s'è parlato di altro, la questione è impazzata in tutti i gruppi di appassionati di archeologia su Facebook, persino gli archeologi stessi non hanno potuto sfuggire alla rilevanza della questione esprimendosi con toni abbastanza seri, l'atmosfera è tesa, il clima infame (e non scherzo dato che ci sono 30 gradi fuori ma piove quasi sempre), la sentenza è stata emessa: chi usa il termine "giganti", e non "eroi" per chiamare le statue di Monti Prama è un ignorante e si dovrebbe vergognare. Come se queste fossero le cose davvero importanti. Come se degli archeologi seri non avessero mai chiamato "giganti" le statue di Monti Prama.

Pur non essendo la più bassa e vile delle polemiche, andate a vedere che tutto ha detto gli anni scorsi il nostro (non) caro ex presidente della Regione Sardegna, Mauro Pili, questa storia ha un che di comico perché sono anni ed anni che si usano termini coniati dalla popolazione per indicare tombe scavate sula roccia di epoca preistorica (domus de janas) sepolture megalitiche a corridoio con esedra sulla parte frontale (tombe dei giganti); hanno un che di comico, con rispetto parlando, pure alcune delle incazzature che si sono verificate nei gruppi di appassionati, a trassa di offesa personale verso la propria madre.
Tutto questo però è anche la conferma di una cosa: i giganti di Monti Prama sono considerati ritrovamento archeologico più famoso ed importante di tutta la Sardegna sia dal punto di vista mediatico che da quello prettamente archeologico. E lo saranno ancora per tantissimo tempo, sempre che nuovi scavi non scoprano qualcosa di ancora più grosso ed unico.
Perché?

Prima di iniziare il discorso voglio mettere chiaro una cosa: in questo articolo non si getta fango sulle statue di Monti Prama e sul sito dal quale provengono, sarebbe moralmente criminale e, in quanto amante di archeologica nuragica, sarei parecchio bacato in testa se lo facessi; in questo articolo si discute di come mai Monti Prama metta in ombra tutti gli altri siti archeologici della Sardegna. Fatto questo doveroso chiarimento, iniziamo.

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Gente molto ignorante  (sono ironico, per chi non lo capisse).

1. Sono nuragiche.

In un'isola che è stata uno dei tanti domini dell'Impero Romano, che ha avuto una storia particolare rispetto a quella delle altre regioni del continente italico che le ha permesso di sviluppare tutte le peculiarità culturali che può vantare ora, la gente non può che rispecchiarsi nelle proprie radici risalenti all'età del Bronzo, quando la Sardegna aveva già sviluppato una propria e peculiare identità culturali i cui segni sono ben visibili tutt'oggi; e va inoltre aggiunto che in periodi di forte crisi economica e sociale come quelli che stiamo vivendo non è raro ripensare o rifarsi alle proprie origini.

2. Sono uniche persino all'interno del panorama archeologico nuragico.

Nonostante la presenza di una testa simile rinvenuta a Narbolia e la recente riscoperta di un corno di pietra, probabilmente parte id un elmo, rinvenuto a San Sperate da parte di Alberto Mossa, i giganti rimangono un unicum in tutto il panorama della Sardegna nuragica.
Pensateci: abbiamo molti luoghi in cui vi sono pozzi sacri, templi a megaron, tombe dei giganti, e capanne delle riunioni (taccio sui nuraghi per ovvi motivi) ma solo uno in cui sono state rinvenute delle statue in pietra che hanno fornito nuovi dati sulla statuaria nel Mediterraneo occidentale e che sono uniche e perfettamente identificabili per il loro aspetto peculiare. Perché fissarsi su dei nuraghi che si vedono in ogni angolo della Sardegna  o dei bronzetti presenti in più siti sparsi per la nostra isola quando abbiamo abbiamo qualcosa di ancora più esclusivo e ristretto in cui riconoscerci e rappresentarci?

3. Sono estremamente spendibili a livello mediatico.

Essendo qualcosa di completamente unico, ed iconico, era ovvio che sarebbero stati adoperati come una sorta di veicolo pubblicitario per la Sardegna e le sue bellezze, non a caso Cabras (OR) stessa ha adoperato il nome di "Terra dei giganti" su cartello stradale a sfondo marrone
Spesso la cosa piglia vie strane e le nostre statue finiscono per fare da mascotte a svariate identità all'interno della nostra isola, dalla Dinamo Sassari (e fin qui va pure bene a mio avviso) a centri commerciali (cosa che fa capire quanto siano diventati una commercialata, chiedo scusa per l'orrore letterario, in alcuni punti della Sardegna). In certi casi la cosa piglia vie di dubbio gusto e ci si dedica alla ricostruzione in polistirolo dei giganti stessi per poi spargerli in vari punti del paese di Cabras, a volte vicino a cartelli stradali rischiando di creare conseguenze facilmente ben immaginabili a chi si affida alla segnaletica stradale.

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Un buon modo per usare l'immagine dei giganti...

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... seguito da uno pessimo.

4. Sono venuti a galla in questo decennio.

Pur essendo stati scoperti a metà anni '70, è indubbio a tutti che i giganti sono capitati sotto la luce dei riflettori da quando hanno occupato i principali canali di comunicazione soltanto negli anni 2010, quando i social network (Facebook in primis) si stabilirono come la piattaforma predefinita nelle quale approcciarsi alle persone e venire (dis)informati di quello che succede nel mondo (dis, sapete... le fake news); prima invece la loro comunicazione veniva fatta essenzialmente attraverso mezzi comunicativi tipicamente accademici come riviste e libri archeologici, roba che si filavano soltanto quelli che lavoravano nel settore insieme a pochissimi appassionati. Niente social, niente fama.
E no, nessuno ha voluto tenere nascosti per 40 anni le nostre belle statue.

In definitiva: è un bene o è un male?

La questione è grigia: grazie alla luce sotto i riflettori di cui godono, ai loro tratti peculiari ed al fatto che sia attualmente uno dei simboli più forti della nostra identità sarda, i giganti sono i reperti archeologici che pubblicizzano meglio tutta la Sardegna e questo non può che essere un bene da un punto di vista economico e conoscitivo di tutta la Sardegna visto il numero di turisti che contribuiscono a portare, sia a Cagliari che a Cabras; bisogna poi contare che, attraverso le nostre amate statue, i nostri cari visitatori potrebbero volerne sapere di più della Sardegna e di tutti i tesori di tutte le epoche (soprattutto quella nuragica) che non tutti conoscono, pertanto dai giganti stessi potrebbero decidere di capire cosa c'era prima ed andare visitare Su Nuraxi di Barumini (Sud Sardegna) e Santu Antine di Torralba (SS) oppure scoprire cosa è venuto dopo e visitare Tharros o Nora.

Paradossalmente però, tutta la questa importanza mediatica può avere conseguenze poco piacevoli e non mi riferisco alle speculazioni, quelle ormai sono una triste normalità persino per argomenti più importanti, ma al fatto che si corre il rischio che vengano destinati sempre meno fondi verso lo scavo di altri siti molto meno famosi ma comunque molto importanti dal punto di vista archeologico o di altri siti che rimangono ancora sotterrati ma che se scavati potrebbero dare alla luce dei contesti davvero piacevoli ed interessanti. Come mai?

Prima di darmi del pazzo vorrei far notare che stiamo vivendo un situazione molto difficile dal punto di vista economico, tanto che sono stati fatti numerosi tagli alla ricerca scientifica in generale, compresa quella archeologica, ed il governo che si è appena formato rappresenta un'incognita; pertanto: io, soprintendenza archeologica, chi finanzio se ho sempre meno soldi? Spargere soldini in giro per tutti i siti archeologici come se fossero nutella su una fetta biscottata sarebbe deleterio visto che non basterebbero neppure per scavare mezzo metro quadro di strato, devo quindi concentrare i miei soldi in alcuni siti precisi in modo tale che ne vengano fuori campagne di scavo decenti, su quale sito archeologico darò la mia priorità? A quello che sta sempre facendo parlare di sé e che mi fornisce dei rinvenimenti archeologici mai visti prima o a quello che conoscono soltanto all'interno dell'università e quattro gatti sparsi in giro per l'isola? Devo poi tenere conto che io, soprintendenza archeologica, non finanzio solo interventi di scavo ma anche di restauro e recupero e che i soldi, repetita iuvant, scarseggiano sempre di più. E se qualcuno si lamenta che sta ricevendo sempre meno soldi per gli scavi? Pazienza!

Spero che questo articolo vi sia piaciuto e che possa aprire qualche spunto di riflessione, se sapete qualche dettaglio in più commentate pure, non fatevi problemi, se poi siete in disaccordo con quanto scritto fate sapere il vostro perché basta che non si scenda sul personale dato che ogni volta che si tocca i giganti si impazzisce facilmente. Detto questo vi saluto.

Ci si vede ;)

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