sabato 7 luglio 2018

Opinioni spicciole. L'isola dell'Asinara, il carcere di Fornelli e quale sia il modo giusto (secondo me) per riutilizzarlo.

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Chi in Sardegna non ha mai sentito parlare dell'isola dell'Asinara? Un'isola particolare, affascinante, nota per il suo paesaggio peculiare che riunisce spiagge, colline, montagne e pianure in pochi km quadrati; nonché un Parco Nazionale famoso per gli asinelli bianchi che la rendono tanto iconica, apprezzato per i centri di recupero della fauna marina esser e per le aree protette vietate a visitatori.
Ciò che è obbligatorio ricordare però è che sia stata una delle più dure e famose colonie penali italiane, spesso destinata a mafiosi, camorristi, delinquenti comunque destinati al 41 bis, tanto che arrivò pure ad ospitare la malanima di Totò Riina; fatto noto alle vecchie generazioni di sardi ed italiani, non tantissimo invece alle nuove che non hanno conosciuto gli anni della colonia penale oppure ne hanno visto soltanto gli sgoccioli, ragion per cui avrebbero conosciuto l'isola soltanto come Parco Nazionale.

La colonia penale, originariamente composta dalla sola Cala d'Oliva, vede la formazione di tante diramazioni, la più famosa (o famigerata, punti di vista) di queste è Fornelli: costruita nel 1930 come sanatorio per malati di tubercolosi, diventa una struttura destinata ai lavori agricoli da parte dei detenuti; questi erano composti in buona parte da terroristi rossi che daranno inizio a delle manifestazioni di protesta alla fine degli anni '70 che esploderanno in malo modo nel 1979 con la cosiddetta Battaglia dell'Asinara, una rivolta da parte dei detenuti talmente violenta che venivano impiegate pure le caffettiere come bombe a mano artigianali, inutile dire che verrà sedata con le maniere più dure possibili; Fornelli prende una pessima nomea e diventa famigerato per essere uno dei carceri più duri e cattivi d'Italia, questa fama farà in modo che dentro la struttura vengano sbattuti dentro mafiosi e camorristi durante i primi anni '90, dopo la stragi di Capaci e di Via D'Amelio. Successivamente, dismessa la colonia penale, Fornelli conosce una fase di abbandono per poi diventare meta dei turisti che passano a visitare l'isola fino ad una chiusura in quanto ormai pericolante.

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Alcuni membri delle Brigate Rosse

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Terrorista rosso che protesta contro le condizioni del carcere di Fornelli.

Per chi fosse interessato, questo è il link di un articolo che racconta in maniera dettagliata il casino successo.

Sono venuto a sapere per la prima volta della struttura nel periodo in cui accompagnavo la mia ragazza, la dottoressa Marta Diana, durante il giro di ricognizione per la sua tesi di laurea magistrale e ne sono venuto a conoscere la storia nel periodo in cui cercavo di diventare guida escursionistica all'interno dell'isola; giovedì scorso ero venuto a seguire in convegno sul riuso delle vecchie strutture pubbliche dismesse ed abbandonate o di quelle che non furono mai utilizzate una volta costruite (orgoglio tutto italiano), la cosa interessante è che il tutto terminava con un workshop interattivo in cui si formavano 3 gruppi che si mettevano a discutere su come riusare delle vecchie strutture dell'Asinara tra cui Fornelli. La mia proposta è stata la seguente: ristrutturare Fornelli per intero mantenendone intatta la struttura originaria allo scopo di creare una sorta di luogo della memoria per far passare un messaggio culturale e sociale. 

Ma quale sarebbe questo messaggio culturale e sociale di cui sto sto scrivendo? Semplice, fare in modo che nelle carceri si possano formare delle condizioni di vita accettabili per i detenuti in modo che si arresti la scia dei suicidi e dei malcontenti; si ricorda che la funzione primaria del carcere non è tanto quella di punire quanto di recuperare, concetto ora come adesso apparentemente poco calzante con la realtà che noi viviamo e/o percepiamo, soprattutto in periodi in cui sentiamo sempre di mariti che uccidono le mogli, stupri, atti di bullismo, vandalismo, violenza tra gang, atti di xenofobia violenta et cetera; va comunque ricordato che in galera uno può finirci persino per motivi meno gravi (come ad esempio i piccoli furti al supermercato od alla bottega) e che un ambiente malsano può portare ad un peggioramento del detenuto che, una volta di nuovo libero, potrebbe avere problemi a reinserirsi nella società e di conseguenza rischierebbe di ripetere gli stessi crimini che ha commesso prima; è altrettanto possibile che possa compiere atti ancora peggiori dei precedenti. Ciò non significa mandarlo in una SPA a 4 stelle e fargli fare dei massaggi all'olio di jojoba ma a fornirgli delle condizioni di vita perlomeno dignitose in modo da facilitarne il recupero ed il reinserimento nella nostra società..

Se non siete convinti di quanto sto scrivendo, sappiate che in tutto il 2017 sono avvenuti ben 57 suicidi a fronte di 1135 tentati, numeri indicativi della situazione parecchio tetra in cui versano le carceri italiane; restando in Sardegna, basti pensare che soltanto a Buoncammino, a Cagliari, avvennero in tutto 62 suicidi durante la sua lunga ed onorata attività.
Mi rendo conto quello di cui sto parlando sia tema apparentemente distante dalle vite di tutti noi ma potrebbe riguardarvi parecchio da vicino dato che, non avendo il dono della premonizione, un vostro parente/familiare (per non dire figlio o nipote) potrebbe ritrovarsi dentro anche solo per un incidente stradale od una rissa finita male. Magari in futuro io stesso potrei finire in gattabuia, vai a saperlo. Per cui è meglio se seguite quanto sto per scrivere.

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Ex-carcere di Buoncammino, Cagliari, uno dei più duri e famigerati per le condizioni in cui erano costretti a vivere i detenuti.

Sono tanti i motivi che portano molte carceri italiane ad essere un vero inferno per chi è costretto a viverci: spazi ridotti, cibo scadente, scarsa igiene ed altri elementi che, a lungo andare, possono destabilizzare il morale di un individuo e portarlo alla depressione o comunque ad un peggioramento della psiche e del carattere con le conseguenze facilmente immaginabili.
Ed è qui che entra in gioco Fornelli: una volta restaurato, può essere convertito come un vero e proprio luogo della memoria in cui raccontare per filo e per segno le durissime condizioni in cui vivevano i detenuti all'interno della diramazione e che cosa abbia portato a scatenare le proteste culminatesi con la violenta rivolta del '79.
Perché proprio Fornelli e non un altro carcere italiano o sardo? Perché si tratta di un ex-carcere che si ritrova su una delle mete turistiche più visitate della Sardegna, e questa è un'ottima occasione per far passare i turisti all'interno della struttura, cosa per altro piuttosto semplice dato che Fornelli è un punto facilmente raggiungibile visto che basta soltanto prendere la navetta che parte da Stintino e si attracca direttamente sul posto.

Un altro punto che gioca a favore è dato dal fatto che il carcere stesso era di per se un posto invivibile: corridoi stretti, finestre piccole e messe molto in alto che creavano degli ambienti davvero chiusi, stanze piccole e spazio limitato per l'ora d'aria, senza contare che in quei momento che uscivi fuori per i lavori forzati non trovavi altro che il mare ad impedirti ogni via di fuga (soltanto il bandito Matteo Boe riuscì a fuggire dall'Asinara ma lui si trovava a Cala D'Oliva).
Per questo motivo la ristrutturazione deve mantenere intatta la pianta originale nei limiti del possibile ed ogni singola stanza com'era prima dell'abbandono della colonia penale.
Ovviamente le sole stanze potrebbero non riportare appieno, soprattutto a chi ha un'immaginazione vicina allo zero, la durezza e tutte le brutte cose avvenute nel carcere in questione, ritengo dunque davvero utile affiancare ad ogni ambiente, ad ogni stanza, sempre nei limiti delle possibilità foto e didascalie giganti che mostrino quanto erano dure le condizioni di vita e tutti gli avvenimenti importanti avvenuti all'interno di Fornelli, quali ad esempio le proteste che culminarono con la Battaglia dell'Asinara.

E voi? Che opinione vi siete fatti al merito? Spero che questo articolo, che di archeologico non ha nulla, vi sia piaciuto.
Ci si sente ;)

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