domenica 13 maggio 2018

L'invasione e la conquista romana della Britannia spiegata da Cristiano Bettini: Oltre il fiume Oceano

Risultati immagini per oltre il fiume oceano

Prima di cominciare questo articolo, voglio rivolgere un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno visto il mio articolo, che si sono complimentati con me per come è stato scritto e per l'argomento che è stato trattato; un ringraziamento anche a chi mi ha rivolto critiche, alcune piuttosto dure ma fatte col dovuto garbo, dato che testimoniano che chi segue questo blog sono persone dotate delle più disparate opinioni.
Infine, un sentito ringraziamento al professor Paolo Francalacci per avermi concesso la possibilità di questa intervista dato che senza di essa questo blog non avrebbe avuto la visibilità che sta avendo in questo momento, visibilità che, come conseguenza, porta ampi spazi di discussione. Tutto questo, in un momento in cui sono abbastanza impegnato tra lavoro, master e ricerca di bibliografia per degli studi che devo portare per un convegno, non può che darmi nuova linfa e carica per scrivere nuovi articoli. Sperando che possano piacere ad un pubblico sempre maggiore.
Purtroppo, per i motivi sopracitati, la frequenza degli articoli sarà leggermente ridotta di questi tempi, quindi niente 9-7 articoli ogni 30 giorni come i primi due mesi di attività. Ciò detto, QUESTO BLOG DEVE VIVERE. Pur con tutti i difetti che porta. Detto questo, iniziamo!

Quando si parla di Caio Giulio Cesare le prime cose che vengono sono: Impero Romano (un po' a torto perché, sebbene la sua figura ebbe un'influenza fondamentale nella formazione di quest'ultimo, non fu certo il primo imperatore), Idi di Marzo e La guerra gallica. Parlando di quest'ultima si pensa subito ad una serie di battaglie e campagne militari svoltesi soltanto all'interno dell'attuale territorio francese (che allora si chiamava Gallia); molti, però, non sanno che Cesare decise di far sbarcare le proprie legioni anche in Britannia (attuale Gran Bretagna o Regno Unito) con un risultato sicuramente non portò ad una conquista diretta ma che senz'altro costituì una prima tegola per la conquista che avrà inizio il secolo successivo sotto l'imperatore Claudio, conquista che porterà un dominio romano sull'isola fino al 410 d.C. .
È proprio da qui che incomincia Oltre il fiume Oceano, opera di Cristiano Bettini, comandante di marina militare ed ammiraglio di lunga esperienza.

L'autore parla di tre periodi relativi alla presenza romana in Britannia: il primo riguarda le spedizioni di Cesare dove i romani mettono piede per la prima volta sul suolo della perfida Albione; il secondo riguarda la conquista sotto il principato di Claudio; il terzo riguarda la guerra Civile tra Massimiano e Costanzo Cloro e gli usurpatori Carausio e Alletto.



Moneta in bronzo raffigurante Carausio.

Nel periodo della Guerra Gallica vengono mostrati tutte le difficoltà e gli inconvenienti che Cesare dovette affrontare e le soluzioni che dovette adoperare: si parla infatti della battaglia navale contro i veneti, popolazione gallica che abitava l'odierna Bretagna (ed omonimi degli attuali abitanti del veneto senza, però, esserne gli antenati), dotata di una propria marineria e con navi perfettamente adatte alle mareggiate oceaniche (si ricorda che, essendo molto più grande, l'Oceano Atlantico ha delle correnti marine generalmente più forti e burrascose rispetto a quelle del Mediterraneo) e che misero alle strette la flotta del nostro caro Giulio che dovette ricorrere ad un espediente per poterle abbordare e sconfiggere così la flotta veneta; si parla poi della spedizione in Britannia e delle trappole ed imboscate tese dalle popolazioni locali che, verosimilmente grazie a degli informatori in Gallia, sapevano già di un loro arrivo e come le legioni riuscirono a respingere gli aggressori autoctoni salvo poi ritirarsi e rifare una seconda incursione in cui riuscì a creare alcuni piccoli regni-clienti per conto della Repubblica (non era ancora Impero Romano). 

Viene data una ricostruzione molto interessante dei venti e delle correnti marine che Cesare dovette affrontare durante lo sbarco, delle tecniche di costruzione che venivano usate dai veneti per costruire le loro navi e dai materiali usati, l'organizzazione delle spedizioni nel suolo britannico, da quale costa della Gallia erano partiti, in quale punto dell'isola erano verosimilmente sbarcati lui e le sue legioni e che cosa era andato tanto storto da dover rendersi necessaria una seconda spedizione.

Nella vera e propria conquista della Britannia viene spiegato il punto da dove avevano attraccato le legioni e perché proprio da lì, quali fossero le tribù britanniche alleate di Roma e quali invece quelle nemiche, che tipo di navi dovevano essere quelle che componevano la Classis Britannica (la flotta che fu creata per sbarcare nell'isola e che fu successivamente usata per difenderla).

Si arriva infine al periodo della rivolta di Carausio, che si autoproclamò imperatore di Britannia e del nord della Gallia; qui si spiega il tipo di propaganda politica attuata dall'usurpatore e dalle strategie che ha attuato per vincere le sue prime battaglie contro Massimiano e quali furono invece le strategie che usò Costanzo Cloro per sconfiggere lui e Alletto (altro usurpatore che aveva assassinato Carausio) e riconquistare la Britannia.


Medaglione di Costanzo Cloro che libera la Britannia da Alletto.

Trattati questi tre avvenimenti, l'autore approfondisce il tema della nautica e della carpenteria; spiega le tecniche di costruzioni delle navi dei romani, da chi verosimilmente avevano appreso le tecniche, il grado di contaminazione con la carpenteria celtica (galli e britanni sono infatti celti) per l'attraversamento dell'Oceano Atlantico e l'affrontare i suoi flutti e mareggiate, in quali periodi verosimilmente iniziavano le operazioni marittime, nozioni sui principi di stabilità degli scavi in mare durante i marosi e quali dovevano essere state gli accorgimenti usati dai carpentieri e dagli ammiragli per resistere meglio all'oceano, quali alberi furono tagliati per la costruzione delle imbarcazioni, come venivano posizionate sulle navi le varie macchine di assedio (baliste, scorpioni, onagri etc.) e che tipo di proiettili usavano per rendere al meglio il loro utilizzo nelle battaglie navali.


Ho trovato davvero interessante la lettura sotto molti punti di vista perché analizza in maniera dettagliata ed il più possibile neutrale i singoli avvenimenti durante le campagne militari dei tre periodi storici sopracitati, le tattiche usate, le politiche adoperate e le modalità d'uso della logistica per ottenere le vittoria da parte dei romani; fornisce inoltre una ricostruzione minuziosa su come i romani estraevano il legno per le loro navi e come queste venivano costruite, le modalità con cui affrontavano le difficoltà causate da un mare molto più esteso e difficile del Mediterraneo e dall'attraversamento di un territorio poco conosciuto come la Britannia, e cosa avevano verosimilmente imparato dalle popolazioni che conoscevano meglio le acque e l'isola in questione.


In definitiva, se siete appassionati di storia romana, delle sue guerre espansionistiche, delle legioni romane e di come queste riuscivano sempre ad averla vinta contro i loro nemici fino all'inizio del III secolo d.C. allora questo è il libro che fa per voi; tuttavia vi avverto: è pieno di nozioni di nautica e di calcoli sui comportamenti delle navi sulle acque marine che chi non è avvezzo ad assimilare la fisica (come il sottoscritto, mea culpa) potrebbe trovare un tantinello pesanti, ma non è un difetto vero e proprio dato che è parte integrante di un opera che parla proprio di sbarchi e navigazione.

Per il resto, davvero consigliato.

Spero che questo articolo/recensione vi sia piaciuto o possa avervi invogliato ad acquistare il libro, se avete delle perplessità o avete già letto il libro e volete far sapere il vostro parere al riguardo, non fatevi problemi, commentate.


Al prossimo articolo ;)

Nessun commento:

Posta un commento