Per chi osserva un bronzetto nuragico, quando quest'ultimo raffigura un guerriero o uno di quei demoni/dei/semidei a quattro braccia e quattro occhi, la prima cosa che balza alla vista è la figaggine della loro attrezzatura da guerra: elmi cornuti, pugnali ad elsa gammata, spade foliate, archi talmente lunghi da rivaleggiare con quelli usati dagli inglesi nella guerra dei cent'anni (sebbene di fattura diversa), armature intrecciate, scudi rotondi con placche di metallo, bastoni da combattimento, lance.... roba che sembrano quasi usciti da un libro/videogioco fantasy. I bronzetti ci hanno fornito uno spaccato davvero interessante di come poteva essere la società dei sardi nuragici e delle armate che difendevano le varie comunità in tutte le sue tipologie.
Sarebbe davvero fantastico ritrovare un'armatura completa utilizzata da un fante armato di tutto punto o un arco utilizzato da un arciere, per non parlare degli elmi cornuti. Sarebbe davvero fantastico..... perché, finora, NON E' STATA TROVATA QUASI UNA FAVA DI TUTTO QUELLO ELENCATO FINORA.
Capisco che sia una cosa piuttosto spiacevole da dire ma è l'amara e triste verità.
Per essere più precisi, qualcosina è stato trovato: le spade da combattimento in bronzo, le punte di lancia, le punte di faretra in bronzo ed i pugnali ad elsa gammata presenti al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari ed al Museo Archeologico Sanna di Sassari. Nessuna traccia però di scudi, corazze, archi ed elmi. Perchè? Forse perché, alla fine dei conti, i sardi nuragici erano degli sfigati mitomani o dei ciarlatani che volevano raffigurarsi per quello che non erano o per quello che volevano ma non potevano essere? O forse lo stato italiano, in combutta con gli illuminati, i rettiliani e le lobby ebraiche ha sequestrato di nascosto questi tesori per cancellare la nostra memoria ed il nostro glorioso passato? Nulla di tutto questo. A mio avviso, esistono delle spiegazioni ben più concrete che possono spiegare questa incredibile assenza; tali spiegazioni, però, si basano su ipotesi che, comunque, risultano abbastanza verosimili e veritiere visto il contesto in cui fu calata la Sardegna nei periodi successivi all'epoca nuragica (XVIII sec. a.C. - VI sec. a.C.).
Spiegazione n°1: le armature erano fatte di materiali duri, resistenti... ma deperibili. In questo caso: legno e cuoio. Perché?
Pur essendo i nuragici molto bravi nella lavorazione dei metalli, soprattutto il bronzo, è chiaro che quest'ultimo materiale fosse riservato alla produzione di altri oggetti quali armi, utensili per lavorare le pietre, accette per tagliare il legno, specchi. Ciò lo si evince chiaramente nelle due figure postate sotto.

A sinistra, guerrieri nuragico con elmo cornuto, scudo in legno rotondo munito di stiletti; a destra arciere vestito di corazza in cuoio con borchie di metallo e protezione alla parte sinistra del volto.
Esistono comunque armature composte da una singola piastra quadrata/rettangolare in metallo, che proteggeva il petto o l'addome, in dotazione agli arcieri.
Gigante di Monte Prama raffigurante un arciere munito di piastra addominale
Perché quindi, visto che si è bravi a lavorare i metalli, non fabbricare una bella corazza in piastre e lastre di bronzo, come quelle micenee, per far vedere chi detta legge?

Corazza in bronzo micenea con elmo fatto di zanne di cinghiale, giusto per farvi capire a cosa accennavo.
E perché non armarsi di uno scudo tutto di bronzo come quello che si vede in mano agli spartani nel film "300"? Semplice: perché legno e cuoio, seppure meno appariscenti e protettivi rispetto al bronzo, offrivano comunque una protezione adeguata e, cosa non da poco in un combattimento, erano molto più leggeri e consentivano quindi maggiore rapidità e libertà di movimento. Il problema, nel senso archeologico del termine, è che questi materiali non durano a lungo: la loro natura organica fa si che questi materiali, in assenza di un terreno perennemente umido come la torba o di uno perennemente arido come quello desertico, vadano in decomposizione nel corso dei secoli fino a scomparire del tutto. E in Sardegna mancano quasi del tutto le condizioni affinché i materiali organici più deperibili si conservino intatti fino ai giorni nostri (ricordiamoci comunque del caso, più unico che raro, di un pezzo di olivo rinvenuto nel nuraghe Su Nuraxi); finora solo ossa, corna e semi di varie piante, coltivate e consumate in periodo nuragico, giungono fino a noi.
Rimangono però le parti in metallo. Che fine hanno fatto?
Spiegazione n°2: sono state rifuse in epoche successive, come quella cartaginese e/o quella romana, per ottenerne degli oggetti di lusso, delle monete o delle parti di armature. Bisogna infatti tenere conto del fatto che non era raro che degli arnesi o oggetti in metallo, ritenuti inutili sul momento, fossero stati presi e rifusi per ottenere degli strumenti congeniali a seconda della richiesta da soddisfare.
A questo punto uno dirà "ma perché rifondere il bronzo quando ormai si utilizzano armi in ferro?". Domanda pertinente che merita un'adeguata risposta.
Il bronzo, pur non rivestendo più l'importanza che aveva in passato, era ancora largamente utilizzato in campo civile e militare per la sua durata nel tempo (avete mai fatto caso che un oggetto in bronzo si arrugginisce molto più lentamente di uno in ferro?). Non è raro, infatti, trovare degli elmi di legionari fatti in bronzo che risalgono persino al I secolo d.C.
Elmo di legionario, di tipo Italico, in bronzo
A questo punto un' ultima domanda sorge spontanea: il bronzo non potevano crearselo da soli? Potevano, e l'avranno certamente fatto. Il punto è che il bronzo è una lega e per crearlo serve reperire il rame e lo stagno. E gli oggetti in bronzo, specie quando hanno buone percentuali di stagno, hanno una temperatura di fusione piuttosto bassa. Perché dunque sbattersi a reperire due cose quando si ha già quello che serve a portata di mano e pronto ad essere rifuso?
Chiedetevi come mai la quasi totalità delle statue greche, invece che essere delle originali in bronzo, sono copie romane in marmo.
Cosa ne pensate? Spero di avervi aiutato a dipanare un dilemma non da poco e che l'articolo vi sia quantomeno interessato. Al prossimo post ;)