mercoledì 21 novembre 2018

Le statue di Monti Prama rimarranno a Cagliari: cosa ne penso.

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"Guarda, una cosa è certa, sul nuragico e quanto gli riguarda credo non scriverò più nulla, ormai non ho quasi più niente da dire, so quale sarà il prossimo articolo da scrivere per il blog e non sarà certo roba che riguardi l'archeologia nuragica, sarebbe una minestra riscaldata". Così dissi ad una mia amica durante la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico a Paestum, proprio il 17/11/2018, un'ora e mezza dopo che avevo fatto un mio intervento durante un convegno della Fondazione Paestum, due ora prima di leggere questa notizia: lo scippo dei giganti di Monte Prama, sulla Nuova Sardegna.
Come non detto.

L'articolo parla chiaro:
Cagliari non restituirà i giganti/eroi/kolossoi/chiamatelicomemincavoletechetantoèlostesso di Mont'e Prama al museo di Cabras. Un affronto non da poco insomma; lo stesso sindaco di Cabras, Andrea Abis, più tanti altri, non l'hanno presa affatto bene, e giustamente direi: stanno negando loro quello che è IL marchio identitario per eccellenza di Cabras, tale da aver soppiantato in tutto e per tutto Tharros, un motore non solo culturale ma anche economico per lo stesso paese in provincia di Oristano.
Perché tutto questo? Cosa li spinge a rifiutare la cessione delle statue al loro comune di provenienza? Esistono delle ragioni valide? Oppure si tratta di una carognata fatta apposta per ristabilire il primato di Cagliari capoluogo? Pur non essendo giornalista, cercherò di fare chiarezza su alcuni punti.

Primo: esiste un protocollo firmato nel 2011 che stabilirebbe un cabina di Regia tra Comune di Cabras, Regione e Soprintendenza di Cagliari per coordinare al meglio progetti di valorizzazione riguardo ai nostri cari giganti, cito un passaggio preso dal sito della Regione Sardegna:

 La Regione, la Soprintendenza e il Comune di Cabras, si impegnano inoltre a realizzare, di comune accordo e ciascuno nell’ambito delle proprie specifiche competenze, il progetto complessivo di valorizzazione del patrimonio di Mont’e Prama. Per quanto riguarda la sezione localizzata a Cabras, i firmatari si impegnano a favorire, per quanto di competenza, la progettazione, realizzazione e allestimento di una nuova sede museale espressamente dedicata al complesso archeologico di Mont’e Prama, adiacente e raccordata all’attuale Museo Civico oppure del tutto distinta da esso. La Regione, da parte sua, si impegna al sostegno finanziario del Comune di Cabras.

In sostanza: Cabras, all'interno del sistema museale creato in funzione delle stesse statue di Mont'e Prama, ha potere soltanto nella propria zona e non può fare nulla nel Cagliaritano (e Cagliari viceversa); la Regione Sardegna gli da i soldi solo per ampliare e gestire il museo, insieme all'area archeologica di Tharros. Tra i firmatari di questo accordo vi sono l'ex sindaco di Cabras, Cristiano Carrus (a quel tempo in carica).

Secondo: a Cagliari ci si arriva, a Cabras bisogna andarci: una volta atterrato ad Elmas o sbarcato al porto di Cagliari, è un attimo informarsi su dove si trovi il museo, fare il biglietto e prendere dei pullman che passano con una certa frequenza per vedere i giganti e tanti altri reperti; per Cabras il discorso si complica in quanto A) dista 106 km da Cagliari; B) tra treno ed Arst, per un turista, andare avanti e indietro per Oristano in modo da beccare le coincidenze per vedere i giganti a Cabras e ritornare a Cagliari, potrebbe essere piuttosto faticoso e snervante considerando la lentezza dei collegamenti ed il fatto che stazione Ferroviaria e quella dell'Arst, ad Oristano, le raggiungi in 15 minuti, per alcuni potrebbe essere una bazzecola, per altri, soprattutto per gli anziani e soprattutto in estate, con 35 gradi c° di temperatura, potrebbe essere una rottura di palle ed una fonte di disagio e problemi non indifferente (escludendo ovviamente il fatto di prenotare un B&B a Cabras o ad Oristano), aspetti che non ti invogliano di certo a fare tanto tragitto per vedere una cosa sola; C) tutte le statue, comprese quelle del museo di Cabras, cosa che non piacerà a moltissimi, sono legalmente proprietà del deposito del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari in quanto registrati nei suoi inventari, pertanto quelle che si trovano nel Museo Civico Giovanni Marongiu  sono in prestito; D) l'ampliamento di quest'ultimo non è ancora stato realizzato.

Terzo: nessuno sta portando via i giganti di Mont'e Prama dal museo di Cabras, semplicemente le cose rimangono come erano prima.

Ciò detto io penso questo: il Museo Nazionale di Cagliari è attualmente una buona di esposizione per i giganti, sia per la qualità delle esposizioni ivi presenti che per i servizi e la facile raggiungibilità del posto, pertanto l'alloggio di alcuni dei giganti all'interno dello stesso museo mi sembra, in attesa dell'ampliamento del museo di Cabras, una soluzione di certo non cattiva.

D'altra parte, negare a priori il rientro degli altri giganti a Cabras potrebbe portare a spiacevoli conseguenze quali: A) creare una esposizione tanto completa che, invece di invogliare il turista a vedere il resto a Cabras, rischi di appagarlo eccessivamente in modo che quest'ultimo arrivi a snobbare il museo civico del paese in questione; B) promuovere un modello di sviluppo ed attrazione culturale tutto incentrato su pochi poli, in questo caso Cagliari, lasciando poche briciole ai comuni e paesi da cui provengono i monumenti archeologici più rilevanti della Sardegna, precludendo dunque la possibilità ai paesi sardi di creare un'economia di turismo locale sostenibile.
Last but not least, le aree archeologiche di Tharros e Cabras, in concomitanza col museo (il biglietto è infatti unico), sono la meta archeologica e turistica più visitata di tutta la Sardegna, tale da doppiare il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, altra ragion per cui restituire le statue a chi di dovere non può che essere benefico nell'ottica dello sviluppo di un turismo locale sostenibile.

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Area archeologica di Tharros; queste e Mont'e Prama sono le mete archeologiche più ambite dai turisti che vengono in Sardegna (foto presa da vistanet).

Per rendere bene il concetto: è come prendere tutti i tesori archeologici più famosi e significativi rinvenuti a Paestum (tra cui la Tomba del Tuffatore, le metope dell'Heraion raffiguranti le fatiche di Eracle, le pitture parietali della dominazione lucana e tanti altri), metterli tutti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli e lasciare giusto qualche vaso o reperto di poca importanza mediatica al Museo Archeologico Nazionale di Paestum. Sarebbe una cosa parecchio triste ed ingiusta.

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Tomba del tuffatore a Paestum, presente al museo nazionale di Capaccio. Per farvi capire di cosa sto parlando (foto presa da ildenaro.it).

Ecco perché l'idea migliore, a mio modesto parere, sarebbe quella di lasciare una piccola parte dei giganti a Cagliari, insieme agli altri monumenti e reperti archeologici correlati, in modo da poter invogliare il visitatore a vedere le restanti statue a Cabras e capire di più queste fantastiche raffigurazioni, sperando ovviamente che vengano migliorati i collegamenti tra i due comuni. A patto però che venga finalmente realizzato l'ampliamento del Museo Civico Giovanni Marongiu, diversamente non avrebbe senso riportare indietro delle statue ad un museo che non avrebbe, seppur momentaneamente, la capacità di gestirle, conservarle, promuoverle e salvaguardarle.

Va comunque detta una cosa importante: la stessa direttrice del Polo Museale della Sardegna, Giovanna Damiani, ha affermato in un'intervista che la situazione è fluida che continua ad arricchirsi di tasselli importanti, ovvero: il tutto può cambiare in vista di nuovi avvenimenti, eventi e scoperte archeologiche. 

Per chi fosse interessato, questa è l'intervista la direttrice del Polo Museale della Sardegna, Giovanna Damiani, sulla questione delle statue.

E voi cosa ne pensate? Che siate in accordo o in disaccordo, non fatevi problemi, commentate.


Ci si vede ;)

7 commenti:

  1. Dall’articolo https://pramanuragica.wordpress.com
    Nel 2013, quando fu resa manifesta l’intenzione del Soprintendente Minoja di dividere le statue con il progetto del “Museo Diffuso”, fu indetta da numerosi studiosi di antichità sarde una petizione online contro la separazione dei Giganti di Monte Prama dal loro contesto.
    I firmatari erano:
    Marcello Madau, Carlo Tronchetti, Fabio Isman, Giulio Angioni, Paolo Bernardini, Alberto Moravetti, Marco Milanese, Giuseppina Manca di Mores, Emanuela Atzeni, Franco G.R. Campus, Alberto Gavini, Valentina Porcheddu, Luca Sanna, Laura Soro.
    “Tale divisione (sosteneva la petizione) ci appare errata: confligge con il concetto basilare in archeologia, e nei beni culturali, della inseparabilità di un contesto e del superamento delle vecchie concezioni antiquarie, patrimonio di battaglie e alte riflessioni dalla seconda metà del Novecento. Tale inseparabilità non è una pura petizione di principio, ma la condizione più efficace per poter effettuare lettura, interpretazione e godimento di tale bene.
    La rinnovata attenzione dei territori e l’affermarsi del concetto dei beni comuni portano a pensare che la sede ideale di tutto il gruppo non possa che essere quella del territorio di Cabras. Auspichiamo perciò che si concretizzi la realizzazione della nuova sede museale, opportunamente rimodulata, ove necessario, per ospitare tutto il complesso archeologico con la massima qualità museologica.”

    Quindi si tratta in assoluto del mancato rispetto di motivazioni scientifiche. Solo ragioni, all’osso, mercantili. E proterva enunciazione di possesso: “sono nei nostri inventari”; come dire “chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto” ... (“mercante chi vince e mercante chi perde”; e “a chi tocca non si ingrugna”).
    Quanto al ragionare sulle distanze da Cagliari, la visione (perdonami) è completamente sballata, perché significa intendere che oggi (o, peggio, domani) gli arrivi negli scali di Cagliari siano (o dovranno essere) superiori alla totalità degli arrivi negli altri scali della Sardegna: fortunatamente non è così; e c’è da impegnarsi, casomai, perché così non diventi.
    Immaginare poi il problema per i turisti, che tutti naturalmente muoverebbero da Cagliari, sia addirittura quello (raggiunta con sprezzo del pericolo Cabras) di tornarvi in salvo (dopo aver scandalosamente foraggiato appena i B&B dell’oristanese, evitando per carità di considerare, magari, addirittura gli alberghi e di estendere il rischioso viaggio ad altri siti), raggiunge quei vertici di mentalità centralistica che, mutatis mutandis, ci rendono in fondo (in ossequio al “nostro” Mameli) obbedienti “schiavi di Roma”.
    Vedo bene, Martino, che con la tua trasparenza (e leggiadria) non scrivi per coprire logiche simili; per questo ti invito a riflettere su quanto sopra.
    Per chi è di Cagliari la distorsione è comprensibile (più grave se ci cade chi non lo è): possiamo capire come sia facile passare da periferia soccombente a centro opprimente. Ce ne fosse bisogno, l’esperimento di Philip Zimbardo (Stanford University di Palo Alto, California, 1971) sulla deriva di equilibrati studenti volontari esposti casualmente all’esperienza di carcerati e di carcerieri, illumina sul fatto che assumere un ruolo istituzionale porta a una “ridefinizione della situazione” (https://it.m.wikipedia.org/wiki/Esperimento_carcerario_di_Stanford). Per cui, se è atteso si possa divenire addirittura disumani, figuriamoci quanto deve ritenersi normale qualche tratto di arrogante meschinità, registrato (se non condiviso) con sbadata superficialità dai più.
    D’altronde, se è difficile essere davvero consapevoli rispetto a qualcosa, è ragionevolmente impossibile esserlo rispetto a tutto; ché il legno dell’umanità, per definizione, è storto.

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    1. Fondamentalmente stiamo dicendo una cosa simile, seppur con sfumature diverse: che quelle statue dovrebbero andare a Cabras. Non ci piove. La mia è più che altro una riflessione sulla attuale situazione del museo di Cabras e su come gli accordi resi siano in funzione anche dell'ampliamento di quest'ultimo oltre che della fruizione delle statue. Riguardo ai collegamenti, il discorso è semplice: a Cagliari (o, se vogliamo, anche ad Alghero ed Olbia) ci si arriva visto che sono dotate di aeroporti, a Cabras devi arrivarci. Ovviamente puoi contemplare tutta una serie di soluzioni attraverso noleggio auto o viaggi organizzati; per il turista che vuole usufruire dei servizi pubblici senza la responsabilità dell'auto, visti i problemi sopracitati, diventa un problema; nota bene che l'esempio che ti ho fatto è quello di Cagliari ma vi sono altre grandi città in cui uno può alloggiare e dalle quali può decidere di visitare il museo di Cabras, in questo caso, naturalmente ad eccezione di Oristano, i collegamenti possono essere ancora più rognosi. Ovviamente, cosa che ho comunque ho accennato, uno può prenotare un b&b o un albergo per qualche giorno.

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  2. Neanche Delfi (Grecia) ha un aeroporto ...

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    1. Sulla situazione dei collegamenti di Delfi non mi pronuncio visto che non conosco la situazione della Grecia; posso comunque dire che Delfi è nota in tutto il mondo, ha una storia che viene tramandata in larga scala fin dai tempi antichi; Mont'e Prama, pur essendo più antico, è stato scoperto in tempi molto più recenti e non ha, attualmente, la forza e diffusione mediatica che può avere Delfi. Più potenza e copertura mediatica hai e più attiri turisti.
      Ti posso dire che Mont'e Prama e le sue statue sono il sito ed i monumenti archeologici dotati di più diffusione e potenza mediatica di tutta la Sardegna, i dati del 2017 sulle visite turistiche lo dimostrano (va comunque contata anche Tharros), ma, repetita iuvant, non hanno la stessa diffusione di un Delfi o dell'Acropoli di Atene.
      Tradotto: Delfi ha più visitatori di Mont'e Prama anche in virtù del fatto che molto più conosciuto.

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    2. ERRATA CORRIGE: le testimonianze più antiche di Delfi risalgono al 14° sec. a.C.

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  3. Gentile Martino, tu che hai contezza di quanti (e di cosa) scrivono sul tuo blog, potevi anche dirmi, lungo questa conversazione, che la dottoressa Ardu aveva già cercato di incrociarmi nella discussione relativa all’articolo sulla scrittura nuragica. Ora me ne sono accorto (fortuna?) e ho risposto. Magari avvertila.

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    1. Caro Francesco, è da questa estate, se avrai notato, che rispondo con un certo ritardo ai commenti del blog. Il motivo? Non mi arrivano più notifiche; essendo poi io piuttosto occupato ultimamente a studiare (test del master Decapro a metà gennaio), non ho più nemmeno tanto tempo per questo blog. Ora vedo un poco la situazione...

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